Dei vitigni coltivati fino al secolo scorso, prima della ricostruzione dopo il flagello della fillossera, menzionati in citazioni storiche, sono rimasti Croatina, Barbera, Malvasia e Verdea, quest'ultima conosciuta come "l'uva d'oro". La Collina del "San Colombano" Doc ha una tradizione di uve rosse, che si mantiene anche oggi. Croatina, Barbera e Uva Rara sono le uve rosse più coltivate; sono in estinzione Ancellotta, Freisa, Dolcetto e Malbec mentre da qualche decennio con ottimi risultati sono iniziate le coltivazioni di Pinot nero, Cabernet Sauvignon, Franc e Merlot. Fino a cinquant'anni fa le uve bianche coltivate erano soprattutto uve da mensa, da raccogliere in cassette per essere destinate alle tavole dei milanesi e dei lodigiani. La Verdea è il vitigno a bacca bianca di tradizione più lunga; vanta infatti oltre un millennio di storia. Produce un'uva fragrante dalla buccia resistente facilmente conservabile, fino all'appassimento. Per il viticoltore della nostra zona è tradizione conservare qualche grappolo di uva verdea da consumare durante il pranzo di Natale, in segno di gratitudine e di buon auspicio. Per ottenere uva da mensa, venivano coltivati anche Chasselas e Uva regina, che insieme al moscato sono oggi scomparsi. La Verdea è da considerare un vitigno autoctono, attualmente in fase di studio, oggi coltivata per la vinificazione , produce un ottimo vino bianco fresco e fruttato. La coltivazione delle uve bianche si è estesa al Riesling Italico e Renano e da qualche decennio, al Pinot Bianco e Nero, allo Chardonnay, vitigni migliorativi, nobili che vinificati in purezza stanno dando degli ottimi risultati segno della vocazionalità del territorio e della professionalità dei produttori.
Il Vino DOC San Colombano
I riferimenti storici parlano di un vino di qualità che nasce dal laborioso rapporto fra la professionalità dell'uomo e la divina vocazionalità del territorio, premiato nel 1984 con il riconoscimento di zona a denominazione d'origine. L'articolo 1 della legge n° 164 del 10 febbraio 1992, 'la nuova disciplina delle denominazioni d'origine dei vini' cita infatti: 'Per denominazione di origine dei vini si intende il nome geografico di una zona viticola particolarmente vocata utilizzato per designare un prodotto di qualità e rinomato, le cui caratteristiche sono conesse all'ambiente naturale e ai fattori unami.' Le uve destinate alla produzione del "San Colombano" D.O.C. devono essere coltivate esclusivamente nella zona collinare che comprende in parte i comuni di Miradolo Terme e Monteleone in provincia di Pavia, Graffignana e Sant'Angelo in provincia di Lodi e San Colombano al Lambro in provincia di Milano. Il vino D.O.C. "San Colombano" è prodotto con le uve rosse legate alla tradizione del Colle: la Croatina, dal 30 al 50%, Barbera, dal 25 al 50 % e Uva Rara, max 15 %. Possono inoltre concorrere alla produzione di detto vino anche le uve a bacca nera provenienti da vitigni raccomandati e/o autorizzati per le province di Milano, Lodi e Pavia presenti nei vigneti, da sole o congiuntamente, fino ad un massimo complessivo del 15% sul totale. La Croatina, vitigno a bacca nera, originaria dell'Oltrepò Pavese, è qui coltivata, come è documentato, da almeno tre secoli. Ma viene da supporre che tale coltivazione sia molto più antica e che risalga allo stesso S. Colombano o ai suoi seguaci, che spostandosi, successivamente la introdussero in altre zone. Qui la Croatina, richiedendo un terreno profondo ed abbastanza ricco di materie organiche e ben esposto al sole, trova l'ambiente ideale. Produce un vino ricco di colore, vinoso, con profumo di frutta matura e di sottobosco; al Doc San Colombano da armonia e colore.
La Barbera è vitigno a bacca nera, molto diffuso, d'origine antica, ma documentato solo alla fine del '700. Al vino dà un colore rosso rubino, un buon profumo, un carattere piuttosto severo, una buona alcolicità e robustezza, caratteristiche che permettono al Doc San Colombano di sopportare un meritato invecchiamento. L'Uva Rara è un vitigno a bacca nera, di antica origine che dà il meglio di se quando è coltivato in bassa collina. Vinificata da un vino non molto carico di colore, fruttato con profumo di spezie, in mescolanza con gli altri vitigni della Doc, da morbidezza al vino. Questi tre uvaggi sapientemente dosati, concorrono a produrre il "San Colombano": un vino di buona struttura, vinoso, armonico, caldo e profumato; un vino prodotto da bersi giovane, se brioso; se di buon corpo e alcolicità si presta, ad alcuni anni di invecchiamento diventando aristocratico ed austero. Nelle sue tipologie è un vino che accompagna la cucina tipica contadina: i salumi, le minestre, la cacciagione, il pollame, i piatti sostanziosi preparati con le parti povere del maiale come il cotechino e la cassoeula, gli stracotti, i bolliti, i formaggi anche stagionati e le castagne arrosto.
I Vini Igt Collina del Milanese
Con la vendemmia 1995, la zona di produzione del Doc. San Colombano è anche zona ad Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.) "Collina del Milanese". Con questa indicazione vengono proposti e valorizzati soprattutto i vini monovitigni: Verdea, Riesling, Malvasia, Pinot bianco e rosso, Chardonnay, Barbera, Croatina, Cabernet Sauvignon e Merlot: vini fermi, frizzanti, giovani, freschi e fruttati ma anche piccole partite invecchiate in botte o piccoli carati, qualche ottimo spumante, charmat e metodo classico, segno del miglioramento qualitativo e professionale della zona. Si tratta di vini tipici, personalizzati, prestigio e vanto di ogni cantina, prodotti con passione e professionalità, che contengono i sapori ed i valori di un piccolo territorio collinare.
Un marchio a difesa della qualità
A riconoscimento dell'importanza che la storia e i suoi personaggi hanno avuto per questa Collina, come marchio della denominazione il Consorzio ha scelto la figura stilizzata del Santo Colombano. Con il marchio vengono premiati i vini a denominazione d'origine "San Colombano" che superano gli esami di controllo finali, prima della commercializzazione, a garanzia di una tipicità e di una qualità riconosciuta. Un vino per essere considerato a denominazione d'origine, deve essere prodotto con uve raccolte in vigneti iscritti nell'albo della denominazione, albo custodito dalle Camere di Commercio; la dislocazione, la coltura e le tipologie dei vitigni coltivati devono corrispondere a quanto stabilito dal disciplinare di produzione approvato con decreto dal Ministero all'Agricoltura. Il vino, prima di essere commercializzato deve superare l'esame chimico e organolettico ottenendo il giudizio di idoneità dalla Commissione di degustazione istituita dalla Camera di Commercio. Diventano a denominazione d'origine controllata, i vini prodotti nelle zone viticole a denominazione d'origine, commercializzati solo in bottiglia, dove si sono costituiti i Consorzi di Tutela, dopo aver superato un ulteriore controllo da parte di una Commissione di degustazione nominata dal Consorzio stesso. Solo dopo questo controllo finale, il vino rosso, prodotto sui colli di San Colombano, viene premiato con il marchio del Consorzio: l'effige stilizzata del 'Santo Colombano' con grappolo d'uva Nell'ambito del più ampio panorama dei vini giudicati a Doc dalle Commissioni camerali, il contrassegno consortile contraddistingue quelli di maggior pregio e qualità per soddisfare l'esigenza primaria del consumatore, che è quella di essere costantemente rassicurato sulla qualità, genuinità e tipicità dei vini acquistati. Attraverso un regolamento interno che disciplina la gestione del marchio consortile, il Consorzio articola una opportuna strategia per rafforzare il valore e l'immagine del marchio stesso. Ed è con molta soddisfazione ed orgoglio che i produttori del San Colombano Doc, ornano le loro bottiglie con l'effige del Santo Colombano, in segno di qualità, di tipicità ma anche di gratitudine e devozione verso quello che viene considerato il capostipite della loro viticoltura, un legame con il Santo che rimane forte tutt'oggi.


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